Teramo, processo di appello giovedì pomeriggio. Tre le sentenze possibili. Domani sera riunione tifosi

TERAMO – Teramo, tutto in questa settimana. Il processo di secondo grado, dinanzi alla Corte d’appello federale, contro la sentenza che ha condannato in primo grado i biancorossi alla retrocessione in Serie D, sarà discusso giovedì 27 agosto alle ore 14. In quel pomeriggio i giudici di appello (cinque dei dieci componenti presenti, più il presidente Gerardo Mastrandrea), valuteranno il fascicolo sulla base degli atti depositati dai rispettivi legali delle parti e poi decideranno. E’ molto probabile che la sentenza esecutiva sarà pubblicata al massimo venerdì mattina. Tre le ipotesi sul tavolo per il destino del Teramo. Due sono ‘tecniche’: la prima, conferma della retrocessione in Serie D e attenuazione delle condanne pecuniaria e personale a carico della società e del presidente Luciano Campitelli (con responsabilità oggettiva e diretta); la seconda, esclusione della responsabilità diretta del presidente Campiteli e dunque condanna per la responsabilità oggettiva: da uno a massimo cinque punti di penalizzazione in Serie B. La terza – meno probabile ma possibile – è per così dire ‘politica’: penalizzazione per la sola responsabilità oggettiva (dunque esclusione della responsabilità diretta de presidente Campitelli) ma nella classifica di Lega Pro della passata stagione: e qui tutto dipenderà dalla entità, perchè se tenuta entro i 4 punti, il Teram sarebbe ancora in Serie B, ma qualora fosse maggiore ai biancorossi verrebbe tolta la promozione ottenuta sul campo, a vantaggio dell’Ascoli. E’ una partita tutta da giocare, dove l’avvocato Eduardo Chiacchio ha il compito e la responsabilità di profondere il massimo della sua esperienza giuridica per far sì che il Teramo esca da questo incubo. Intanto, su iniziativa del consigliere Guido Campana, domani sera alle 19, in sala consiliare, si terrà una riunione dei tifosi biancorossi che vorranno partecipare alla ‘trasferta’ extracalcistica romana in occasione del giudizio di appello.